Scola d’Amore

La Scola d'Amore squaderna un piccolo poema per immagini, o piuttosto un 'ricercare' che sfrutta lo svolgimento di un tema iconografico – l'Educazione di Amore – in tutte le sue implicazioni più inventive. Nella lussuosa profusione di episodî, è come se l'artista avesse voluto lasciare libero campo a una storia esemplare di pigmalionismo, al progress affettuoso e al contempo 'scolastico' di un Cupido che viene istruito da perfetto cortegiano, o se si vuole gentleman, o uomo di mondo. In fondali paesaggistici l'uno differente dall'altro, ma tutti nella tradizione delle 'italianate', l'iter educativo, che si concluderà con l'abbandono di una disperata Venere, consta delle seguenti tappe: Amore impara a leggere su un abbecedario (tav. 3); Amore è sculacciato dalla madre Venere (tav. 4); la pratica con l'arco (tav. 5); il gioco delle biglie, o bocce (tav. 6); la danza al ritmo delle castagnette (tav. 7); ammonimenti di Venere (tavv. 8-9).

Nederlandese di origine, ma appartenente – stando alla scarna bibliografia – alla scuola francese, il pittore e incisore Pierre Scalberge (Sedan, 1592-Parigi, ante 24-XII-1640) lavorò sicuramente a Parigi negli anni 1637-38, ove fu verosimilmente allievo di Vouet. La presente suite uscì sotto il patrocinio del "très remarquable graveur" François Langlois, intimo amico di Stefano della Bella e di Jacques Stella, attivo nella capitale francese proprio in quegli anni.